Incontro all’Ambasciata a Berna per discutere delle sorti della Casa d’Italia di Lucerna

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Il destino della Casa d’Italia di Lucerna è stato all’ordine del giorno di un incontro in Ambasciata a Berna il 14 marzo a cui erano presenti, oltre all’Ambasciatore Marco Del Panta, al Console Generale di Zurigo Giulio Alaimo e al Consigliere Matteo Romitelli, i parlamentari Alessio Tacconi e Gianni Farina, il presidente del Comites di Zurigo, Luciano Alban, i due membri del Comites eletti nella Svizzera Interna, Ippazio Calabrese e Nicola Colatrella e l’ingegnere Marino Svalduz.

Era stato proprio l’On. Tacconi, ancor prima che si ventilasse l’ipotesi di vendita, ad attivarsi presso i vertici politici ed amministrativi del Ministero per salvaguardare il destino della Casa d’Italia. Quando poi, nell’estate del 2016, era venuto a conoscenza di un piano di dismissioni di beni demaniali all’estero che comprendeva anche la Casa d’Italia di Lucerna, aveva immediatamente presentato un’interrogazione parlamentare chiedendo che si preservasse la proprietà dell’immobile e se ne assicurasse la piena fruibilità da parte dell’intera collettività.

Nella risposta all’interrogazione dell’On. Tacconi, il Governo assicurava che nessuna decisione definitiva sulla vendita era stata fino ad allora adottata e che nell’assumere qualsiasi decisione “si sarebbe tenuto conto degli interessi della comunità italiana”.

L’iniziativa dell’Ambasciatore Del Panta sembra proprio dare una risposta a questa esigenza di confronto e di dialogo per ascoltare dalla viva voce dei diretti interessati quali potrebbero essere le proposte per un effettivo rilancio del nostro immobile demaniale.

Sul tavolo sono state poste due opzioni, la prima per l’acquisto della Casa da parte della collettività, la seconda per la stipula di una nuova concessione a favore di un’Associazione appositamente costituita. La prima ipotesi è sembrata difficilmente percorribile non solo per l’elevato valore stimato dell’immobile, ma soprattutto in considerazione che non si potrà non contemplare una procedura di vendita pubblica. Rimane la seconda ipotesi, la cui fattibilità è legata ad un progetto serio che tenga conto di diversi parametri, dai costi di manutenzione ordinaria e straordinaria al reperimento delle relative risorse, dall’utilizzo finalizzato degli spazi alle attività che vi si intende svolgere, dal coinvolgimento dell’associazionismo locale ai rapporti con le istituzioni nazionali e locali, ecc.

L’Ambasciatore Del Panta si è detto disponibile a valutare e sostenere una concreta proposta, ispirata a tali criteri, da far pervenire entro le prossime settimane: la comunità di Lucerna ha quindi la possibilità di elaborare un piano di rilancio per far rivivere la sua Casa d’Italia.

L’iniziativa promossa dall’Ambasciatore Del Panta anticipa, a nostro avviso, quel metodo di concertazione che dovrebbe essere criterio imprescindibile di valutazione soprattutto quando si tratta di decisioni che interessano da vicino la storia delle nostre collettività all’estero, i sentimenti ivi radicati, l’identità che tale storia ha plasmato. Non può essere infatti la semplice esigenza di “fare cassa” a decidere sul destino di questi immobili, perché anche il “fare cassa” si potrebbe rivelare ben presto una goccia nel mare a fronte della perdita di una presenza culturale che sia in grado di promuovere e garantire gli interessi delle collettività italiane all’estero e, con essi, l’immagine stessa dell’Italia.

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