Marzia Del Zotto, l’italiana dell’altra Italia

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Il mensile della SAIG, “La Notizia di Ginevra”, tiene a mantenere la rubrica “l’italiano dell’altra Italia” ai fini di dare spazio e valorizzare la nuova generazione di emigrati. Attraverso questa rubrica, la SAIG intende conoscere e far conoscere meglio, nonché capire quali sono le esigenze di questi giovani italiani.
Su questo numero, vi presentiamo una nostra connazionale e amica, Marzia Del Zotto, che oltre ad essere una professionista è anche impegnata nel sociale tra la nostra comunità ginevrina.

Marzia nasce a Budoia, un piccolo comune di poco più 2000 abitanti, in provincia di Pordenone, situato ai piedi delle montagne, nella zona dell’Alto Livenza, parte nord–est del Friuli Venezia Giulia. Dopo la maturità si sposta nel capoluogo regionale, Trieste, per frequentare l’università, laureandosi in psicologia sperimentale. Dalla montagna al mare il passo è breve, in una regione piccola ma caratterizza da molteplici paesaggi, ricca di tradizioni e differenti culture. Dopo la laurea si trasferisce nel capoluogo meneghino, dove alla fine del 2007 consegue il dottorato in neuroscienze linguistiche e cognitive all’Università Milano-Bicocca, specializzandosi in elettrofisiologia cognitiva. L’amore per la ricerca scientifica la porta a viaggiare un po’ ovunque, dall’Europa all’America, fino ad approdare nel settembre 2009 in Svizzera, proprio a Ginevra dove vive e lavora tuttora.

Marzia, come sei arrivata a Ginevra?
La scelta di Ginevra è stata una casualità. Quando si dice il destino! Non conoscevo questa città prima di ricevere l’offerta di ricercatrice all’Università di Ginevra. Veramente non conoscevo proprio la Svizzera. Precedetemene, ero approdata una sola volta in territorio elvetico all’età di 17 anni per un tour canoro a Berna. A quel tempo, la Svizzera non mi aveva granché colpito, anche se l’esperienza fatta con i miei amici era stata divertente e unica! Poi più nulla, finché nell’estate del 2009, mentre stavo aspettando la conferma di trasferirmi a Parigi, mi contattarono per offrirmi l’opportunità di lavorare proprio qui a Ginevra, per l’esattezza al reparto di neurologia dell’ospedale cantonale. Volevo tanto poter fare esperienza in un paese francofono e, sebbene stessi puntando alla Francia, mi sono ritrovata nella Svizzera romanda. Ho colto l’occasione! Dopo 8 anni trascorsi qui a Ginevra, posso dire che è stata un’ottima scelta!

Perché sei soddisfatta della scelta che hai fatto?
Adoro la Svizzera perché ci sono laghi e montagne stupende, i paesaggi sono bellissimi ed io amo molto il contatto con la natura! Mi diverte fare sport all’aria aperta, (hiking, correre in bicicletta, sport acquatici….). La Svizzera, in particolare la zona del lago Lemano, ti permette di fare tutto ciò in uno spazio ristretto in cui è facile e veloce muoversi. Mi piace Ginevra perché è una città internazionale, multilingue, offre molte opportunità di lavoro ma anche attività sociali e di divertimento. È piccola ma molto viva, come una grande metropoli. Quindi, è il posto ideale per tutti coloro, che come me, amano essere sempre “connessi” e aggiornati sulla vita mondana, fruendo allo stesso tempo della tranquillità e del benessere della natura.

Cosa fai a Ginevra?
In primis, lavoro nel campo della ricerca scientifica. Mi sono sempre occupata di elettrofisiologia cognitiva, un settore ben specifico delle neuroscienze, in cui si studiano i processi cerebrali da un punto di vista temporale e funzionale. In oltre, da un anno e mezzo ho cominciato un nuovo tipo di ricerca nell’ambito dell’ergonomia medica. Quest’ultimo è un settore in crescente espansione visto la fiorente produzione tecnologia di applicazioni, software e dispositivi utilizzati nell’ambito medico. La sfida interessante è unire la mia esperienza che proviene dalle neuroscienze cognitive con questo nuovo settore, trovando dei punti comuni che permettano la creazione di nuovi supporti utili al miglioramento della qualità delle cure mediche e del benessere fisico e mentale. Amo le sfide, odoro mettermi ogni giorno in gioco, non perché io sia una persona competitiva con gli altri. Al contrario, amo la cooperatività e il lavoro di squadra. Credo invece che accettare le prove della vita in modo positivo e dinamico ci permette di progredire, di evolverci per imparare ad affrontare e vincere timori e paure. Ci permette di andare verso il nuovo e l’ignoto con una giusta dose di coraggio e apertura mentale.
Oltre a ciò, faccio attività di volontariato, collaboro a diverse iniziative in ambito sociale e culturale, con diverse associazioni italiane e gruppi internazionali. Amo la multiculturalità, mettere in contatto le persone, farle incontrare, comunicare con loro (non a caso mi piace scrivere e fare interviste). Posso definirmi una persona attiva, anche se non iperattiva.

Come ti senti rispetto alla tua nazionalità? Italiana, svizzera o entrambe?
Mi sento prima di tutto italiana e …friulana. Vale a dire che credo in ciò che sono con valori ben radicati nelle mie origini, molto genuine e profonde. L’esperienza di viaggiare e di vivere in posti diversi, in Italia e all’estero, mi ha aperto la mente, mi ha fatto crescere, muovere verso gli altri per scoprire, conoscere, apprendere e comunicare! Mi rendo sempre più conto di quest’evoluzione ogni qualvolta ritorno nella mia terra natia. Mi sento cittadina del mondo, ma con una ben definita personalità, per alcuni aspetti, italiana e per altri, più specificamente, friulana. In ogni caso, mi sento ben integrata qui a Ginevra.

Siamo ai saluti finali, vorresti aggiungere qualcosa?
Ringrazio “La Notizia di Ginevra” per questo spazio concessomi e tutti quelli che ci leggeranno. Piccolo appello a tutti noi italiani: l’Italia è veramente un bellissimo paese, ricco di cultura, storia, tradizione bellezze artistiche e naturali! Affinché rimanga tale, siamo noi cittadini italiani che, in primis, ce ne dobbiamo prendere cura, rispettando le regole di una buona condotta di vita, valorizzando la tradizione ma allo stesso tempo rimanendo aperti ai cambiamenti sociali, politici e culturali.

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